sabato 30 novembre 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 61 – La relazione di consulenza e il Gattopardo



Nella mia ultima lezione ho trattato il tema del costo della consulenza. Ho cercato di mostrare che quando una persona affida la gestione dei suoi risparmi, spesso frutto di fatiche, a un consulente/promotore, in breve tempo si crea un rapporto di fiducia che va ben oltre la semplice prestazione di un esperto. Essendo, nel frattempo, andato a Palermo, voglio raccontarvi la lezione che ho tenuto al L@B Swiss & Global che si è svolto lì, un omaggio al più noto romanzo scritto da un siciliano. Sto parlando del Gattopardo, una storia scritta da Giuseppe Tomasi di Lampedusa che si colloca negli anni della spedizione dei Mille e della riunificazione “savoiarda” del paese, come la definisce spregiativamente Ciccio Tumeo, compagno di caccia del principe.


Cercherò di prendere spunto da questo romanzo per commentare i tre lati del mio, anzi del vostro, triangolo: consulente-cliente-portafoglio.
Partiamo dal primo lato, quello della relazione reciproca tra consulente e cliente. Ovviamente questa relazione presuppone, come minimo, una buona educazione. Ecco che cosa capita all’arrivista Sedàra, il suocero di Tancredi, fascinoso nipote prediletto del principe. Il neo-ricco Sedàra, frequentando suo genero:
 “… si avvide che buona parte di questo fascino scaturiva dalle buone maniere e si rese conto di quanto un uomo beneducato sia piacevole, perché in fondo non è altro che qualcheduno che elimina le manifestazioni sempre sgradevoli di tanta parte della condizione umana, e che esercita una specie di profittevole altruismo” (per le citazioni, rimando all’edizione originale del Gattopardo, edita da Feltrinelli, 1958, p. 165).
Il profittevole altruismo mi sembra la definizione più sintetica ed efficace che io abbia mai trovato nella letteratura, che frequento da quarant’anni, se si vuole descrivere quello che lega un consulente al suo cliente, e viceversa. Questi, da solo, non saprebbe gestire i suoi risparmi (anche se la maggioranza delle persone non se ne rende conto), per i motivi che noi ben conosciamo e che ho riassunto nel mio ultimo saggetto sul risparmio. Ed è proprio perché si tratta di altruismo, per quanto profittevole, che la relazione assurge, col passare del tempo a un valore di fiducia reciproca che è irriducibile a un prezzo, punto questo su cui mi sono già soffermato (cfr. lezione 60).
Veniamo ora allo specifico di questa relazione. Ovviamente, dato che abbiamo a che fare con i soldi, è caratterizzata da onestà reciproca:
“Don Onofrio Rotolo era una delle rare persone stimate dal Principe, e forse la sola che non lo avesse mai derubato. L’onestà sua confinava con la mania, e di essa si narravano episodi spettacolosi, come quello del bicchierino di rosolio lasciato semipieno dalla principessa al momento della partenza, e ritrovato un anno dopo nell’identico posto col contenuto evaporato” (p. 81).
Ecco: l’onestà non basta, un buon consulente avrebbe evitato che il rosolio evaporasse! Un buon consulente dovrebbe cercare di spiegare, con il dovuto tatto, soprattutto a conoscenti e amici dei suoi clienti, che loro non sono perfetti nella gestione dei loro risparmi. Questo lo si evince da quanto male sono diversificati i risparmi dei nostri compatrioti, almeno nel complesso (90% vincolato all’Italia, 2/3 in immobili). Come mai solo il 7% dei risparmi viene affidato a un consulente preparato? Anche a tale quesito si risponde, almeno indirettamente, nella ricca storia del Gattopardo. Lo vedremo nella prossima lezione).

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