domenica 20 ottobre 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 54 – Troppa fiducia in noi stessi, troppa poca negli altri


Si è soliti parlare di fiducia come se non ce ne fosse mai abbastanza. Se noi pensiamo di poter fare a meno di un consulente e di essere capaci di gestire da noi i nostri risparmi, commettiamo u  doppio errore. Il primo errore consiste nel credere che la nostra competenza sia sufficiente. Il secondo errore consiste nel non valutare, sui tempi lunghi, il vantaggio di rivolgersi a un esperto, in questo come in tanti altri campi. Questo secondo errore nasce spesso dal fatto che, nell’ambito della consulenza finanziaria anche gli esperti possono sbagliare, per quanto sui tempi medi e lunghi facciano sistematicamente meglio dei non addetti ai lavori.

Nel corso del 2012 ho posto a duecento consulenti le dieci domande seguenti:

1.       Nel 1986 l’indice più importante delle Borse, il Dow Jones della Borsa  americana era a 40 punti. Alla fine del 1998 era a 9.181. Il Dow Jones è un indice del valore dei principali titoli e non include i dividendi (cioè quello che i titoli azionari rendono ogni anno). Quale sarebbe stato il valore del Dow Jones nel 1998 se ogni anno, a partire dal 1986, i dividendi fossero stati reinvestiti?

2.       Quanti chilometri è lungo il fiume Po?

3.       Qual è stato il fatturato di Unicredit del 2002?

4.       Quanti abitanti risiedono nelle isole che formano Venezia e nell’isola del Lido?

5.       In quale anno Leonardo Da Vinci ha dipinto Monna Lisa, detta anche Gioconda?

6.       Quanti Stati indipendenti c’erano alla fine del 2000?

7.       Di quante ossa è formato il corpo umano adulto?

8.       Quanto soldati sono morti nel 1916 durante la battaglia della Somme?

9.       Quanti transistor ci sono nel microprocessore Pentium 4?

10.   Il Mib storico, cioè l’indice della Borsa italiana, valeva 20.185 il 30 gennaio 2004. Quanto valeva il 2 gennaio 1975?

Prima di leggere (e di proiettare sullo schermo) le domande, ho detto ai consulenti, spiegandolo più volte con calma, che non si trattava di fornire la risposta esatta a ogni domanda. Non eravamo a scuola e non aveva senso copiare dal vicino. Il compito non consisteva nell’avvicinarsi alla risposta esatta. Quel che chiedevo era una stima soggettiva della propria ignoranza personale. E questa è diversa da persona a persona. Il compito ovviamente, come tutti quelli degli esperimenti precedenti, era completamente anonimo (non conoscevo la loro calligrafia). Bisognava scrivere per ogni domanda due valori, uno minimo e uno massimo. L’intervallo così definito doveva essere largo tanto da poter essere sicuri al 90% che la risposta esatta cadesse al suo interno.
Facevo sempre, in ogni aula, un esempio, relativo al mio peso, alla mia altezza o alla mia età, per accertarmi di aver comunicato bene il senso del compito. Spiegavo anche che, se per caso conoscevano la risposta esatta, il quesito perdeva senso. Quale senso può avere, per me, stimare la mia data di nascita? E’ assurdo dire che l’intervallo della stima va dal 26 luglio 1942 al 28 luglio 1942. So per certo di essere nato il 27 luglio 1942.

Poi spiegavo come ci si poteva comportare se si era sicuri al 90% dell’intervallo di risposta fornito. Per esempio, se avessi chiesto una fiducia del 50%, l’intervallo l’avrebbero dovuto fare più largo o più stretto?
Spiegavo infine che non si era tanto più bravi se si era onesti con se stessi in modo da fornire “intervalli tali da essere sicuri al 90% che la risposta esatta cadesse al suo interno”.

Alla fine ripetevo un’ultima volta le consegne lasciandole scritte sulla lavagna luminosa: “Vi prego di scrivere con calma il valore minimo e quello massimo per ciascuna delle 10 domande. La vostra stima soggettiva è, al 90% delle probabilità, che la risposta esatta per ciascuna delle dieci domande cada nell’intervallo da voi definito”.
A questo punto i consulenti eseguivano il compito, scrivendo due numeri a destra do ogni domanda.

Questi due numeri delimitavano l’intervallo soggettivo di ciascuno, quello entro il quale i consulenti si sentivano sicuri al 90% che cadesse la risposta esatta (provate, se avete voglia, a fare anche voi questo compito, scrivendo a matita gli intervalli per ciascuna domanda; ricordatevi, se la domanda vi sembra difficile, che potete fare pure un intervallo largo a piacere).
Se avete fatto l’esercizio, vi svelerò che le medie delle risposte che escono dall’intervallo è quattro, e non una come sarebbe corretto.

Questo risultato si è avuto sia nel 2002 che nel 2012, con duecento dei vostri colleghi. E voi come avete fatto?

Confrontate ora la vostra risposta con le dieci risposte corrette:

1.       Il valore del Dow Jones nel 1998 – se ogni anno, a partire dal 1896, i dividendi fossero stati reinvestiti – sarebbe stato di 652.230.

2.       Il fiume  Po è lungo 652 kilometri.

3.       Il fatturato di Unicredit è stato di 10.099 milioni di euro (cioè circa 10 miliardi).

4.       Gli abitanti che risiedono nelle isole di Venezia e in quella del Lido sono circa 60.000.

5.       Leonardo Da Vinci ha dipinto Monna Lisa dal 1503 al 1506.

6.       Gli stati indipendenti erano, alla fine del 200, 191.

7.       Le ossa del corpo umano adulto sono 208.

8.       I soldati morti durante la battaglia della Somme sono stati da 1.100.000  a 1.200.000.

9.       Nel microprocessore Pentium 4 ci sono 42 milioni di transistor.

10.   Il Mib storico valeva esattamente 1.000 punti.

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