sabato 10 novembre 2012

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 8 – Focalizzazione, incertezza e consulenza



Spesso, nel mondo finanziario, ci fidiamo di un esperto poiché è ritenuto tale dalla communis opinio: egli è circondato da fama per i suoi successi del passato. Non procediamo a un confronto tra la sua competenza e quella degli altri, e cioè al rapporto di valori A/C che caratterizza la sua abilità rispetto ai rapporti A/C di altri esperti. Il mondo, anzi la mente umana, non è cambiato dai tempi di Bacone.

Questa tendenza a un controllo incompleto delle nostre credenze è uno dei tanti esempi di focalizzazione, cioè di concentrazione su un aspetto parziale di un problema.

Ci si rappresenta una questione in modo semplificato, tralasciando alcune informazioni e si giunge a diagnosi infondate. Ovviamente, questo modo di fare presenta anche dei vantaggi, in termini di riduzione delle informazioni e, quindi, di rapidità di decisione. Come vedremo, molti problemi devono essere semplificati per venire affrontati con i mezzi del nostro pensiero, che sono limitati.

Il caso e la probabilità sono ingredienti essenziali della finanza classica e di quella comportamentale, ma il nostro senso comune risente di una tradizione millenaria aliena dalla nozione di probabilità.  Ancor oggi, persone colte sono inclini ad attribuire memoria a eventi che non ce l’hanno, per esempio lanci di moneta o estrazioni di numeri al lotto. Sono gli ultimi cascami di una visione animistica del mondo.

Il lancio di una moneta costituisce da sempre l’esempio tipico di un processo generato dal caso. Quando non si hanno altri criteri, si lanca per aria una moneta e si decide sulla base della faccia visibile (per esempio quando si gioca a calcio, per decidere chi inizia).

Proviamo a prendere in considerazione queste due possibili sequenze di otto lanci successivi di una moneta:
1.       testa – croce – testa – croce – testa – croce – testa – croce
2.       testa – testa – testa – testa – croce – croce – croce – croce

Immaginiamo di aver cominciato a lanciare una moneta per quattro volte. Supponiamo che sia venuta la prima metà della sequenza 1 oppure la prima metà della sequenza 2. Secondo voi è più facile, se siamo arrivati al quinto lancio, che esca la “croce” se i quattro lanci precedenti hanno prodotto la prima metà della sequenza 1 oppure la prima metà della 2 ? Potrebbe sembrare che, al quinto lancio, sia più probabile che esca “croce” se i precedenti quattro esiti del lancio sono quelli della sequenza 2 invece che quelli della 1. Immaginiamo adesso di essere al nono lancio. E’ più probabile che esca “testa” se siamo stati preceduti da otto esiti come in 1 oppure come in 2 ?

Da un punto di vista ingenuo, il caso scaturisce da un processo di auto correzione tale per cui una deviazione in una direzione dovrebbe indurre una correzione in senso opposto, riequilibrando così la serie. Secondo questa prospettiva, gli esiti precedenti dovrebbero influenzare i successivi: al quinto lancio “croce” ci sembra più probabile in 1 che in 2 e, al nono lancio, “testa” ci sembra più probabile in 2 rispetto a 1.

Avendo interrogato duecento consulenti bancari, ho constatato che la maggioranza si rende conto che i dadi e le monete non hanno memoria e che quindi la probabilità che esca testa o croce è la stessa anche se prima sono uscite quattro teste (sequenza 2) oppure due teste e due croci (sequenza 1). Lo stesso all’ipotetico lancio nove.

Gli stessi consulenti, viceversa, non riescono a ben conciliare quest’assunto d’indipendenza dell’esito di un lancio da quello dei precedenti (la moneta non ha memoria) con la constatazione che, se lanciamo una moneta non truccata per otto volte, una dopo l’altra, ottenere quattro teste non ha la stessa probabilità che ottenerne tre, due, una o nessuna. Il punto è sottile: la moneta non ha memoria. Questo però non vuol dire che una sequenza, costruita aggregando otto lanci, abbia le stesse probabilità di ottenere otto “teste” rispetto a “quattro teste e quattro croci” ! Ancora, un conto è la probabilità del caso di un singolo lancio, che è indipendente dagli altri; un conto è la probabilità di otto lanci consecutivi aggregati a una sequenza.

Ecco le probabilità del numero di teste quando si lancia una moneta per otto volte (assumendo l’ipotesi che la moneta non sia truccata …):

Numero di teste
Probabilità
0
0,004
1
0,031
2
0,109
3
0,219
4
0,273
5
0,219
6
0,109
7
0,031
8
0,004


E’ evidente che è assai improbabile (4 probabilità su 1.000) una sequenza di otto lanci in cui non esca mai “testa”, mentre c’è un po’ più di una probabilità su quattro che “testa” esca la metà delle volte.

I risparmiatori inesperti affrontano questo problema diversamente: loro pensano che i “mercati” abbiano memoria e la intrecciano con la loro personale memoria degli investimenti. Ragione che spiega perché un risparmiatore che possiede da anni il titolo Generali è ancorato a dei prezzi storici più alti (2009) e può pensare che acquistare altri titoli sia conveniente, almeno in una prospettiva a lungo termine, anche quando arrivano a valere meno della soglia psicologica di dieci euro. Di qui il suo stupore quando scopre che questa soglia al ribasso è stata raggiunta di nuovo e addirittura superata all’inizio del maggio 2012 !!

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