lunedì 17 marzo 2014

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 75 - Le emozioni del mercato, le emozioni del cliente, le non-emozioni del consulente


Un risparmiatore (reale o immaginario, composto cioè da tutte le persone che ragionano così) tende ad adottare queste due strategie specifiche:

A) cerca di capire quale è il “sentiment” del mercato, in maniera da potersi adeguare e cavalcare l’onda;

B) quando si è sicuri del “sentiment”, positivo o negativo, si entra o si esce dal mercato.
In questo modo si corre il rischio di incappare in tre grandi pericoli che agiscono e producono effetti in momenti diversi.


PERICOLO PAURA: l’effetto “paura” deriva dal fatto che quando l’onda scende, e scende rapidamente, l’investitore prende paura, sempre più paura, poi ansia e, se è lasciato solo, senza il parafulmine del consulente, può uscire dal mercato con un p/u basso, pur di interrompere l’ansia.

PERICOLO RITARDO: quando siamo tra una discesa ed una salita l’investitore, se solo, è incerto: che cosa succederà, scenderà ancora, si ferma? Salirà? Nel dubbio aspetta, e così la sua incertezza lo frena e decide in ritardo, perdendosi buona parte dell’onda in salita.

PERICOLO EUFORIA: quando il mercato è molto alto, in prossimità della bolla, l’euforia dell’investitore può corrispondere al “sentiment” euforico del mercato, e così si compra con p/u molto alti.

La paura, l’incertezza, l’inerzia sono i tre fulmini per cui la relazione agisce come “parafulmine”. Sono innescati da quello che si vede nel mercato, o meglio “si sente” in quel preciso movimento (ricordate il film di Heider e Simmel?). Ovviamente il mercato non ha paura né euforia: è semplicemente il risultato degli scambi di tutti gli investitori, tra cui il nostro non addetto ai lavori. Questa interpretazione è suffragata dai timing di entrate/uscite che sistematicamente si verifica sui mercati. Non è il rapporto p/u sopra o sotto la media a guidare le entrate/uscite dei non addetti ai lavori. E’ il “sentiment”, a meno che questo venga contrastato da una buona relazione con il cliente.
Esaminiamo la seguente sequenza:  



Le tre punte del grafico precedente corrispondono ai valori di S&P500 di 1.527, 1.565 e di 1.848, mentre i valori di S&P500 ai minimi sono stati di 741, 777 e 677. 

Gli ultimi 17 anni hanno creato le condizioni per un interessante esperimento naturale. Esso conferma la strategia già descritta: la maggioranza dei non esperti entra ed esce in corrispondenza ai zig-zag tracciati sul grafico. In Italia questa inerzia è stata ancora più forte che negli USA, secondo i dati, ad esempio, dell’ultimo triennio. Ancora nel 2013, in corrispondenza alla zona sovraimpressa con tratteggio a zig-zag, abbiamo avuto, presso gli sportelli bancari una raccolta destinata più ai fondi obbligazionari (10.239 miliardi) che non agli azionari (2.609 miliardi), come risulta da PLUS24 (4.1.14, p. 24). 

I promotori hanno fatto meglio (gli azionari sono stati più della metà degli obbligazionari). Questi dati, ancora una volta, confermano la funzione di parafulmine della relazione con il consulente, se buona, rispetto alla tendenza naturale prevalente nella mente dell’investitore medio, guidato dalla memoria del suo passato e dalle sue emozioni.


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