domenica 28 aprile 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 32 – Diversificazione e rimpianto



Abbiamo trattato, nella lezione precedente, i problemi di comprensione e comunicazione del concetto di diversificazione del portafoglio. Ho descritto la difficoltà nell’accettare la figura del consulente finanziario. Egli è l’unico tipo di esperto che non ha una sola ricetta, migliore delle altre, da offrire ai suoi clienti. Tale stato di cose è difficile da comunicare a priori, quando cioè si tratta di decidere come impostare un portafoglio per il futuro.

Poniamo di essere giunti a oggi, al momento presente, e che si aprano di fronte a noi varie possibilità di scelta, come sempre avviene non solo nella gestione dei risparmi, ma anche nella gestione della nostra vita, a meno d’essere molto abitudinari.

Quale strada percorrere delle diverse vie che possiamo imboccare? C’è una via migliore delle altre?

Nel momento “presente” il consulente non sa, a priori, quale sia la via migliore delle altre (cfr. il rettangolo nella figura). E sa anche che il passato è una guida imperfetta. Di conseguenza, non affronta il futuro cercando la via migliore, ma un insieme di vie probabilmente migliori, almeno a suo avviso. Imposta così un portafoglio differenziato con la metodologia già esaminata. Così, di fatto, percorre più d’una strada, cercando le vie che probabilmente porteranno a esiti meno correlati tra loro, almeno per quanto è possibile.

Poi passa il tempo. E quello che era il futuro diventa, poco a poco, passato:

Che cosa succede, se il cliente non ha assimilato bene la logica e la metodologia della differenziazione delle diverse parti di cui si compone il suo portafoglio? Come reagirà? Ai suoi occhi il passato si congela, secondo il ben noto meccanismo del senno di poi. Questo meccanismo mentale è molto forte, e agisce in modi di cui non siamo consapevoli, come hanno mostrato molte ricerche. Il passato si blocca, e ci sembra ovvio che le cose non potevano andare “se non in quel modo”, tanto è vero che sono proprio andate così. E allora, come mai non si è puntato sulle vie che si sono rivelate più profittevoli, e ci si è dispersi anche sulle altre? E’ difficile spiegare che abbassare il rischio di portafoglio implica proprio non sfruttare sino in fondo occasioni rivelatesi, ma solo in seguito, assai profittevoli. La logica della differenziazione implica, per definizione, proprio “perdere delle buone occasioni”. Ovviamente le buone occasioni si rivelano come tali solo quando il futuro è diventato passato. Purtroppo un portafoglio, se ben differenziato, rende a posteriori “visibili” agli occhi dei clienti quelle vie che il passato ha evidenziato come migliori di altre. E il cliente si domanda, sempre a posteriori, come mai, a suo tempo, non siano state percorse solo quelle.

Conseguenza: la strategia della diversificazione pone difficoltà al consulente sia a priori, come si è visto nella lezione precedente, che a posteriori.

Il cliente a posteriori costruisce un passato che sarebbe stato per lui più profittevole: “Se solo si fosse fatto…”. E’ proprio questo passato che è indicato, in figura, con l’area tratteggiata che parte dal punto C. Il punto C indica ciò che innesca il cosiddetto ragionamento contro-fattuale, che va cioè contro gli E, cioè gli eventi che si sono effettivamente verificati in passato. Questo ipotetico passato, invocato e rimpianto, permette al cliente di rimproverare al consulente il non essersi concentrato sulle opzioni che, solo oggi, si sono rivelati più efficaci. Il consulente è in difficoltà, se il cliente non ha una minima educazione finanziaria e deve, con calma e pazienza, aspettare che il cliente si faccia, anche grazie al suo aiuto, un minimo di preparazione. Ricordo infine che questo meccanismo non è tipico dei rimpianti nella gestione dei risparmi.

Un bel libro di Vimos Csànyi ci racconta che cosa succederebbe Se i cani potessero parlare (Muzzio, 2010). Forse potremmo far dire a un portafoglio, in analogia a cani e padroni, l’esclamazione liberatoria: Se i portafogli potessero parlare. Purtroppo i portafogli, come i cani, si trovano il padrone che la sorte ha loro destinato. Certamente i portafogli spesso preferirebbero essere guidati non dal proprietario dei risparmi, ma da esperti, se solo potessero parlare …

Fatto sta che, nel corso del 2012, dai fondi azionari distribuiti in Italia sono usciti 7 miliardi. E, proprio nel 2012, i fondi azionari hanno reso mediamente il 14% con picchi del 19% per i prodotti specializzati sui listini europei (cfr. per i dettagli IlSole24Ore, 20.2.2013, p5).

Quello che un esperto dovrebbe fare non è solo consigliare le scelte da preferire nella diversificazione del portafoglio, ma anche quelle da non preferire o da vagliare con occhi critici.

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