mercoledì 19 settembre 2012

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 1 - Che cos'è la finanza comportamentale


Ho un amico, Luigi, che ha in portafoglio azioni di una società italiana (di cui non farò il nome nemmeno sotto tortura) acquistate nel 2007 e, da allora, pesantemente in perdita. Pensando alle vicende di quella società e alle sue prospettive non credo torneranno presto (e forse mai) ai valori di acquisto. Eppure nonostante i miei tentativi di convincimento, Luigi si ostina a tenerle in
 portafoglio perché “non vuole perderci”, e non vuole capire che nel frattempo potrebbe scegliere, come si dice in gergo, “un cavallo migliore”.
Luigi non è un caso insolito: come lui moltissimi investitori sono prigionieri di un fenomeno ampiamente studiato dagli psicologi cognitivi e definito “effetto ancoraggio”, la tendenza a formarsi nella mente un valore o un riferimento in base al quale formulare decisioni complesse, in questo caso anche dolorose come la realizzazione di una perdita di denaro.
Nel caso di Luigi l’ancoraggio è al prezzo di acquisto delle sue azioni, per altri può essere l’andamento medio di un titolo, o un valore che per qualche non razionale motivo si radica nella mente. E’ una frequente “trappola della mente” che induce ad errori costosi.
Le trappole della mente sono molteplici e ingannevoli e per questo motivo richiedono equilibrio ed esperienza: ne sono vittime tanto gli investitori privati quanto gli stessi operatori professionali (questi ultimi soprattutto vittime d’elezione del fenomeno dell’ ”overconfidence”, ovvero eccessiva fiducia nel proprio giudizio).
Merito degli psicologi cognitivi è stato quello di denunciare la fragilità dell’assunto alla base dei modelli economici e cioè il comportamento perfettamente razionale degli individui. E non è un caso che il fondatore della disciplina, lo psicologo Daniel Kahneman, abbia vinto un Nobel per …l’economia!
Oggi è ampiamente acquisita la nozione che le regole dei mercati finanziari sono controintuitive rispetto alla mente umana e questo è l’ottimo motivo per il quale è “opportuno”  frapporre qualcuno, come un esperto o un Consulente Finanziario, tra le scelte di investimento e le emozioni che inevitabilmente condizionano i comportamenti: nessuno rinuncerebbe ad un avvocato in una controversia giudiziale, o a un chirurgo nel caso di bisogno, eppure molti investitori pensano di poter “fare da sé’” la propria pianificazione finanziaria”.
Con queste parole prende il via la pubblicazione del ciclo di articoli curati dal Professor Legrenzi mirati ad offrire, non solo agli addetti ai lavori, nozioni e spunti di approfondimento utili alla gestione delle proprie “emozioni” di fronte alla gestione delle finanze familiari che, in una visione di maggiore praticità, rappresentano il mezzo con cui conseguire l’obiettivo del godimento del maggiore benessere possibile nell’intero arco vitale proprio e dei propri cari. Il denaro come strumento e non come fine, dunque.
Paolo Legrenzi è un professore dall’impressionante curriculum accademico ma è anche l’amico che sarà con noi nelle varie tappe del ciclo di incontri.
Vi auguro buona lettura e … non esitate a dare  il vostro parere e i vostri commenti: è sempre stato lo scambio di idee a muovere positivamente le azioni.

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