mercoledì 15 luglio 2015

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 135 – La finanza comportamentale spiega anche le azioni degli operatori, non solo quelle dei risparmiatori fai-da-te.


L’equilibrio tra l’ottimismo, che deriva dal credere di avere il mondo sotto controllo, e l’eccesso di fiducia è un equilibrio delicato.

Sui mercati economico-finanziari quello che può sembrare normale a una generazione che ha operato all’interno di un particolare tipo di scenari può poi rivelarsi non così normale a una generazione successiva. Molti oggi sono preoccupati dei futuri comportamenti della “leva” più giovane di operatori negli Stati Uniti. Il trading è una professione praticata in tutto il mondo per lo più dai giovani.
Non si era mai dato in precedenza che un terzo degli operatori, quelli più giovani, avesse sempre preso decisioni avendo familiarità soltanto con scenari di tassi quasi a zero. Per loro questa situazione può sembrare quasi normale, in una prospettiva storica più ampia è però eccezionale. Questo stato di cose è illustrato in modo chiaro da questo grafico elaborato dalla Federal Reserve.

La figura mostra la percentuale di operatori di diverse età che hanno cominciato a lavorare a Wall Street: 30% da meno di 5 anni, 66% da meno di 10 anni, e così via (Fonte: Federal Reserve). In corrispondenza alle diverse fasce
d’età è indicato con una linea segmentata l’andamento dei tassi (in rosso le discese).


Che cosa succederà quando questo stato di cose artificiale - creato dalle decisioni delle banche centrali - verrà gradualmente a mancare con il rialzo dei tassi a livelli che sono “storicamente” normali? Alcuni proveranno rammarico per non aver tenuto conto di questo intreccio tra periodi storici “speciali” (recessione) e il concetto di normale/eccezionale? Alcuni proveranno rammarico per non aver agito? Oppure per aver agito troppo presto? A queste domande dedicheremo la prossima lezione. Per ora osserviamo che c’è un fenomeno complementare a questo, sempre connesso all’età. Il terzo degli operatori meno giovani ha alle spalle un passato più lungo ed ha avuto esperienza di tassi più alti. Si rende quindi conto che questa situazione è eccezionale e si aspetta che si ritorni alla normalità. E tuttavia molti operatori, a furia di aspettare, si sono comportati in modo impaziente ed hanno anticipato il ritorno alla normalità, come abbiamo già visto e rivedremo nella prossima lezione. In entrambi i casi, quello degli operatori più giovani e quello degli operatori “maturi”, si ha la tentazione di confondere la “normalità storica” con quello di cui un operatore ha avuto esperienza. Certo, verrà la stagione dei rialzi, ma non così presto come si aspettavano gli operatori con più esperienza, che si rendevano conto dell’eccezionalità della situazione e quindi si aspettavano che terminasse quanto prima. Il mercato finora ha deluso le loro aspettative.
L’analisi precedente sull’età degli operatori e l’eccezionalità della situazione apre a un’altra questione: quanto è eccezionale lo scenario in cui ci troviamo? Per un operatore che abbia cominciato a lavorare a venti anni a Wall Street nel 1990, e che quindi oggi abbia 45 anni (solo il 10% degli operatori lavora avendo alle spalle un’esperienza così lunga), il “rally”, cioè la corsa attuale dello S&P 500, non è poi così eccezionale. E’ la terza in graduatoria, sia per durata che per crescita dei rendimenti: prosegue da 1,350 giorni con un “ritorno”, cioè rendimento, del 91% senza che ci sia mai stata in questo periodo una correzione del 10% o più.

La figura mostra il numero dei giorni e l’incremento dello S&P 500 in fasi del mercato prive di una correzione del 10% o più (Fonte: RBC Capital Markets).

Un operatore “maturo”, o meglio uno studioso, che abbia memoria dei periodi precedenti, a partire dalla recessione del 1969, sa che, per ora, non ci sono gli indicatori di una imminente recessione e che siamo ancora, almeno negli Stati Uniti, in territorio di “espansione economica”. Nessuno dei sei classici indicatori è in territorio negativo: curva dei tassi, ordini alle aziende, informazioni sui trend, utilizzazione della capacità produttiva, case in costruzione e ore di lavoro sono in territorio positivo.
Lo si vede dalla figura elaborata su dati NBER.

Nessuno dei sei classici indicatori è negativo: curva dei tassi, ordini alle aziende, informazioni sui trend, utilizzazione della capacità produttiva, case in costruzione e ore di lavoro, come si vede dalla figura elaborata su dati NBER.

In particolare è motivo di ottimismo l’indice che mostra il graduale miglioramento delle nuove case in costruzione. Si tratta di un segnale non solo indicativo di un migliore stato di salute dell’economia statunitense, ma anche di concreto ottimismo delle famiglie.

Fonte: Ministero delle costruzioni: indice delle costruzioni di nuove case, depurato dalla volatilità
per le condizioni metereologiche eccezionali (freddo).


I dati discussi in questa lezione permettono una considerazione più generale: non è vero che i meccanismi mentali studiati dalla finanza comportamentale riguardino solo i modi di pensare dei clienti “inesperti” o “disinteressati”. Gli stessi operatori sono influenzati dalle loro esperienze personali, dalle loro aspettative, dalle loro “paure anticipatorie” e tengono conto di quello che è loro successo in passato. Ancora più in generale, questo intreccio di emozioni e cognizioni mostra che anche per molti operatori esperti non vale la legge dei “costi sommersi”. Questo principio basilare dell’economia viene di fatto violato continuamente.
Il passato non è ininfluente nelle decisioni, anche quando è immodificabile (e quindi “sommerso”), ma innesca diverse scelte nel presente. In conclusione, il passato spesso non è quello delle statistiche calcolate sui tempi lunghi, ma quello che è depositato nelle memorie dei vari operatori.
Questo è particolarmente vero in tempi come questi, dove assistiamo a diversi “punti di svolta”.

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