venerdì 15 giugno 2012

ROADSHOW PICTET


Manuel Noia - Vice Direttore Generale di Pictet


In settimana ero fra coloro che hanno assistito al roadshow  di Pictet e sinceramente, prima che iniziassero gli interventi, mi sono chiesto cosa si potesse dire su mercati, analisi finanziarie, politiche governative, ecc. in una settimana a cavallo tra l’emersione del problema bancario spagnolo e la nuova tornata elettorale greca.
Di peggio non ci poteva essere  per ragionare serenamente su tematiche finanziarie. Eurogeddon sì o Eurogeddon no? Sinceramente non avrei voluto essere sul palco e me ne sono stato tranquillo a godermi, per una volta, il ruolo del destinatario di giudizi e opinioni, valutando per l’ennesima volta quanto stress caratterizza la vita di chi si occupa di finanza, compresa la mia, di attività.
Tralascio ovviamente tutto ciò che riguarda le performance dei prodotti, i suggerimenti  operativi , le novità e anche le delusioni che rappresentano la parte “ingrata” del mestiere del  gestore anche se doverosamente devo ammettere che le analisi e i suggerimenti operativi di questi mesi hanno permesso di creare (a chi li segue, ovviamente) asset di portafoglio positivamente impostati il che non è poco di questi tempi.
   
Marco Piersimoni - Strategist di Pictet

Ma veniamo alla parte più interessante, quella dell’analisi della situazione. Partiamo dalla Spagna. Servono 100 miliardi alle banche spagnole per ricapitalizzarsi (molto indebolite dalla enorme quantità di debito pubblico in pancia); si può ipotizzare un intervento al 50% di obbligazioni ordinarie ed una percentuale equivalente di co.co.bond ma va sottolineato che un intervento di questo tipo innanzitutto consuma risorse e indebolisce il fondo salva-stati, non partecipa al sistema delle garanzie e può scatenare istanze di analoghi interventi anche in altri paesi.
La situazione spagnola non è molto dissimile da quella di altri. Banche e stati hanno destini incrociati; se soccombe uno dei due sistemi  l’altro lo segue a ruota.
Grexit o non Grexit? Le ultime notizie per quanto riguarda le elezioni di fine settimana sono positive. I sondaggi danno favoriti i partiti pro-euro e questa è la precondizione per la sopravvivenza del paese, ma altri tre anni come vorrebbe Frau Merkel  porterebbero il paese diritto alla rovina. Comunque vada a finire bisognerà ridisegnare il piano.
Quanto costerebbe l’uscita della Grecia? Le stime dicono 240 miliardi, il salvataggio assorbirebbe “solo”  90 miliardi. La matematica non lascia il fianco ad opzioni, ma l’ok resta nelle mani di chi dovrà decidere (leggasi Frau …).
Un grave problema, se non compariranno all’orizzonte soluzioni accettabili a tutto campo, è quello della possibile fuga dai depositi bancari. In Spagna i depositi ammontano a 2.400 miliardi, in Italia a 2.250. Se iniziasse una fuga  la diga cederebbe in brevissimo tempo. Come si può fare per evitarla? Pictet propende per delle garanzie paneuropee, cosa che farebbe cadere di colpo il problema e potrebbe essere il primo passo verso l’unione bancaria europea di cui tanto si parla ma, come il mostro di Loch Ness, nessuno la vede.
Il problema dell’Europa nella sua complessità ha una sua origine assolutamente economica. Ci sono due diverse velocità. La Germania e pochi altri paesi hanno crescita e le loro economie sono in linea con questo cambio Euro-Dollaro, tutte le altre sono piantate. Il cambio, per queste, dovrebbe essere più sfavorevole di almeno il 30% con grande beneficio per le esportazioni (sia ben chiaro, la colpa è dei paesi poco virtuosi che si sono seduti ad osservare la crescita degli altri). Proposta di Pictet:  patto paneuropeo che metta in comune parte dei debiti (garantiti da parte delle entrate fiscali) che consenta un rientro nei parametri concordati (rapporto debito/pil al 60%. Per l’Italia la stima è di 50 miliardi/anno per 20/25 anni. Pare che qualcosa si stia muovendo in tal senso. L’importante sarà togliere le cuffie dell’i-pod alla Frau facendola partecipare al dibattito invece di isolarsi nell’ascolto del suo amatissimo Beethoven (non la vedo ascoltare i Kraftwerk…). Dunque, convergenza fiscale e via a piani di salvataggio coordinati e riprendiamo la voglia di fare (leggasi produrre, bene ovviamente).
  
Luca Chiarella - Sales Manager di Pictet

Le proposte ci sono, ma i problemi sono gravi e urgenti. Come titolò un ben noto giornale nazionale, SCHNELL!!! Non c’è più tanto tempo, l’indecisione può trasformarsi davvero in Eurogeddon e i cittadini di molti paesi sono stanchi della situazione. Hanno pagato colpe non loro, stanno perdendo reddito e posti di lavoro, molti segnali ci dicono che stanno per perdere la pazienza e quando il furore monta alla testa non si ragiona più.
Per inciso gli aiuti della Bce (denaro elargito a basso costo alle banche) sono stati massicciamente utilizzati nell’acquisto di titoli governativi e di obbligazioni proprie e nel frattempo sono sensibilmente calati i prestiti alle famiglie e alle imprese.
E’ un dovere dei governanti europei fare del  loro meglio. Abbiamo investito decine di anni per costruire la comune casa europea. Non scopriremo adesso che abbiamo usato sabbia marina e metà del calcestruzzo che era necessario per edificarla (il riferimento a fatti tipicamente italiani non è assolutamente casuale)?
Le scadenze estive sono molto importanti e nessuno oggi è in grado di capire da che parte possa andare il mercato. Probabilmente si susseguiranno momenti di panico a momenti di euforia e viceversa. Il consiglio è di restare con i nervi saldi e fortemente diversificati, ma se non l’avete già fatto non correte ora a rimediare. Potreste cadere dalla padella alla brace.



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