martedì 13 marzo 2012

BANCHE SICURE ? – ALCUNE SI, ALTRE MENO, ALTRE ANCORA NO


Secondo la top 50 del magazine Global Finance, stilata ogni anno in base ai rating di Standard&Poor's, Moody's e Fitch e agli asset delle 500 maggiori banche mondiali, tra le prime dieci posizioni si piazzano ben quattro istituti tedeschi e su tutti brilla la tedesca Kfw che risulta essere la prima in assoluto.
Balza all’occhio immediatamente che tra questi istituti non figuri quasi nessun istituto di credito di grandi dimensioni. Tra questi non figura nemmeno la Deutsche Bank, che si piazza solamente al trentacinquesimo posto.


Tra i grandi gruppi europei meglio hanno fatto la britannica Hsbc al diciannovesimo posto e la francese Bnp Paribas al ventisettesimo.
Nelle top 50 non figura alcuna banca italiana e ciò costituisce un evidente peggioramento in quanto lo scorso anno la Cassa Depositi e Prestiti figurava al trentunesimo posto e Intesa San Paolo si era piazzata al trentasettesimo.
Nessuna banca americana, poi, figura nella top ten: per trovare la prima bisogna andare al venticinquesimo posto, dove figura la Bny Mellon. Jp Morgan Chase è al trentaseiesimo posto.
Queste sono le prime dieci posizioni delle banche più sicure al mondo:
1) Kwf (Germania) 2) BNG (Paesi Bassi) 3) Zurcher Kantonalbank (Svizzera) 4) Landwirtschaftliche Rentenbank (Germania) 5) Caisse des Depots et Consignations (Francia) 6) L-Bank (Germania) 6) Nederlandse Waterschapsbank (Paesi Bassi) 7) Banque et Caisse d'Epargne de l'Etat (Lussemburgo) 8) Rabobank Group (Paesi Bassi) 9) Nrw Bank (Germania) 10) RBC (Canada).
Nel frattempo, molto vicino a noi, succede quello che nel nostro intimo tendiamo a rifiutare, ossia che le banche possano andare in crisi e affondare, come accade alle normali imprese industriali e commerciali. E’ pur vero che il delicato ruolo che rivestono le istituzioni bancarie pone una certa attenzione ed un particolare riguardo da parte delle autorità pubbliche (nel 2008 quasi tutte le maggiori banche occidentali furono salvate dal fallimento grazie a pubblici interventi, durissimi nella loro entità per l’intera economia occidentale che ne ha pagato, paga e pagherà per anni questo intervento) ma ciò non è assolutamente valido in linea di principio.
Ora, con lo spettro incombente della depressione e con le risorse pubbliche misurate possiamo presumere che ogni crisi bancaria porterà a gravissime conseguenze.
Ed ecco l’accaduto che coinvolge la Banca Adige Po Credito Cooperativo (Rovigo), in perdita per 11 milioni di euro con l’accusa di aver manomesso il bilancio (Fonte: Resto del Carlino); l’ammanco sembra sia stato determinato da perdite sui crediti inesigibili che gli stessi organi dell'istituto di credito avevano concesso a soggetti privi dei necessari requisiti di solvibilità e senza le prescritte garanzie.
La perdita è stata  poi occultata attraverso l’omesso stralcio dei crediti inesigibili, che sono stati imputati in bilancio gonfiando artificiosamente il valore dell’attivo patrimoniale.

Al di là del fatto che riguarda una piccola realtà va sottolineato che le crescenti difficoltà in cui grava l’intera economia potrebbero far emergere situazioni analoghe anche per istituti bancari di maggiore livello ed è difficile ritenere che si possano mettere in campo risorse adeguate per eventuali salvataggi dopo aver accertato l’incapacità attuale della mano pubblica di poter innescare crescita e di conseguenza benefici flussi di cassa. Il livello raggiunto dalla tassazione dei contribuenti lo sta a testimoniare e non penso che passerà facilmente il concetto che indisturbati banchieri possano intascare utili e compensi per trasferire sulle spalle dei cittadini i costi della loro cattiva gestione. Ovviamente nell’augurio che tutto ciò mai si avveri e che queste siano solo delle esagerate ed inutili preoccupazioni.


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