venerdì 30 marzo 2012

GOVERNANTI E DEBITO PUBBLICO



Verso la fine di febbraio i membri del Consiglio dei Ministri hanno reso pubbliche le loro posizioni patrimoniali e reddituali e in questi giorni anche le denunce dei parlamentari sono state sottoposte al pubblico giudizio.
Che qualche considerazione sulla loro gestione degli investimenti sia forse il caso di manifestarla? Vediamolo.
Partiamo dalla dichiarazione del Presidente Mario Monti. Monti sembra un attento investitore orientato alla gestione del patrimonio attraverso operatori istituzionali. Dichiara infatti oltre 5 Milioni di euro investiti in fondi comuni, etf e gestioni patrimoniali presso Intesa Sanpaolo,  altri 4,5 Milioni sempre investiti in fondi, etf e gestioni, presso BNP Paribas, e oltre 1 Milione investiti in gestioni patrimoniali presso Deutsche Bank. La moglie non è da meno con oltre 1 Milione di Euro impiegati in fondi comuni, etf e gestioni patrimoniali presso BNP Paribas.
Gli altri ministri hanno invece dimostrato un certo disamore verso l’industria del risparmio gestito ed in particolare verso i fondi comuni.
Vediamo ora i parlamentari. Dalle denunce dei redditi appare un quadro di riferimento del patrimonio dei deputati e senatori della Repubblica composto in grande misura da beni immobili (case, terreni, ville, vigneti, ecc). L'onorevole, insomma, punta fortemente sul mattone e, a differenza della maggior parte degli italiani, non compra titoli di Stato. Pochi infatti lo fanno, come il centrista Roberto Rao (50.000 euro) e Mario Pepe del Gruppo Misto (100.000 euro), mentre il senatore del Pd Ignazio Marino ha comprato 40.000 euro in Bot.
Acquisti diretti di azioni invece per Pier Ferdinando Casini (Udc), che ha acquistato Eni, Total, Intesa Sanpaolo e ha venduto UniCredit, Alessio Bonciani (Udc), Daniele Molgora (Lega),  che ha comprato 800 Generali, Eni, Gefran e Paolo Gentioloni (Pd), che si è liberato di azioni Intesa e UniCredit per investire in Enel, Green Power, Campari e Luxottica.
Paolo Bonaiuti, il più noto fra i vari portavoce di Silvio Berlusconi, ha acquistato warrant e obbligazioni di Creval, l'ex ministro della Difesa Antonio Martino detiene partecipazioni nella Popolare di Sondrio, Generali, Italcementi, Novartis, Enel Green Power, Bofa, Buzzi Unicem e Parmalat. Giuseppe Vegas, ex deputato PdL e ora presidente della Consob, infine, ha ceduto tutte le sue azioni.
Ora mi è più chiaro perché la maggior parte dei nostri rappresentanti, ai quali venne chiesto - nel corso di un’intervista - chi fosse la Consob, non sapesse rispondere. Riflettiamo dunque sul fatto che questi signori legiferano in materia anche se sembrano prediligere, fra le varie branche dell’economia, quella relativa alla scienza delle finanze sulla quale non perdono occasione di dare sfoggio di competenza e fantasia. Ai cittadini almeno questo non è passato inosservato, soprattutto in questi ultimi mesi.
Fra i compiti dei nostri rappresentanti, last but not least, c’è anche quello di richiedere al mercato, attraverso l’emissione di titoli di debito, la copertura sia del deficit corrente che di quello strutturale e a quanto pare c’è una grande solerzia nel compiere questo atto tanto che l’ammontare del debito è arrivato a superare la stratosferica cifra di 1.900.000.000.000 di Euro.
Come cittadino sono dunque sollecitato a compiere quest’atto di fiducia nei confronti del mio paese e mi vengono addotte soprattutto due ottime motivazioni; la prima consiste nella sicurezza del flusso cedolare incorporato da questi titoli così come è dato per certo il rimborso a scadenza del capitale prestato. La seconda motivazione è quella di una buona remunerazione offerta.
I nostri governanti sono a loro volta dei cittadini e sotto questa veste vale anche per loro lo stesso discorso; per quale motivo allora non agiscono a loro volta nel proprio interesse? Non sarà mica che abbiano dei conflitti di interesse o che siano a conoscenza di qualche motivo inespresso che li induce a non acquistare i titoli da loro stessi emessi? Non è che dobbiamo magari pensare che essi stessi non si fidino delle promesse di rimborso incorporate dai vari Bot, Cct, Btp ecc. ecc. ?
Di certo so una cosa. Un educatore può essere molto bravo oppure esserlo meno, ma il sistema che meglio funziona è quello fondato sull’esempio. E’ dunque ovvio che noi cittadini siamo privi di buoni esempi in tema di educazione finanziaria.
Un’ultima osservazione. Questi signori gestiscono denaro pubblico. Lo sappiamo che economisti e finanzieri non sono molto presenti fra quei banchi ma quello che non riesco a comprendere è come facciano a legiferare in materia. Se nel privato fanno, chi più chi meno, il contrario di quanto si legge in qualsiasi manuale di economia e finanza familiare, questi nostri rappresentanti stanno contando su una particolare benevolenza dello Spirito Santo che li illumini quando devono prendere decisioni su temi finanziari in ambito pubblico? O forse non è un caso che il nostro paese si trovi nella situazione in cui versa?
Quale che sia la risposta il problema che i nostri rappresentanti sono chiamati a risolvere è presto detto. Far ripartire l’economia (che il Pil aumenti, finalmente!), supportare e diminuire il debito pubblico (magari acquistandone personalmente dei titoli), ridurre l'area dell’evasione fiscale e diminuire la pressione fiscale sui contribuenti. Sarebbe già un miracolo. All’educazione finanziaria al momento non ci pensino; se i cittadini ne avvertiranno il bisogno (altro miracolo da compiere …) ci penseremo noi. E’ il nostro mestiere dopotutto.

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