domenica 13 aprile 2014

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 79 – Allenare la nostra capacità di relazione: decifrare le nostre emozioni


E’ bene allenarci, e allenare il nostro partner (o la persona con cui siamo in confidenza), a decifrare le emozioni, quelle che proviamo da soli e con lui, e quelle che potremmo provare.

Il modo più semplice per farlo consiste nel cercare di analizzare la nostra vita e quella altrui come una sequenza di eventi, e controllare quali emozioni sono suscitate in noi dai diversi scenari. Se siete soli, potete fare l’esercizio con i protagonisti di un romanzo, ma è un ripiego perché funziona meglio come un gioco che si fa tra due persone “affiatate”, non necessariamente in senso letterale.


Ecco la sequenza sana, che corrisponde al modo corretto di decodificare le emozioni sotto forma di “stimolo ambientale ˃ risposta”:

una minaccia, pericolo, o ostacolo scompaiono ˃ gioia
problema risolto o obiettivo raggiunto ˃ gioia
perdita di qualcosa d’importante ˃ tristezza
pericolo che rende ansiosi ˃ paura
danno che si sarebbe potuto evitare ˃ rabbia
situazione inaspettata ˃ sorpresa
comportamento inadeguato o socialmente sbagliato ˃ imbarazzo
trasgressione altrui di norme condivise ˃ indignazione
nostra trasgressione scoperta da altri ˃ vergogna
danno evitabile arrecato ad altri ˃ senso di colpa
scoperta di alternative migliori trascurate ˃ rimpianto
desiderio di qualcosa di un altro ˃ invidia
rapporto affettivo insidiato da altri ˃ gelosia 

Ovviamente la vita, i romanzi e i film sono fatti anche di emozioni insane, perverse, dove cioè la situazione X non porta ( ˃ ) alla emozione Y, o di sfumature intermedie tra questi diversi accoppiamenti stimolo-risposta emotiva.

Questi sono i casi più emblematici se vogliamo costruire una geografia delle emozioni, perché l’analisi degli scenari-tipo si rivela più interessante se l’esame viene fatto dai due lati: quello normale e quello deviato.

Ci accorgeremo della tendenza ad attribuire la deviazione alla personalità del perverso, e non alle circostanze, che hanno un ruolo più importante di quanto non si pensi spontaneamente (ricordate l’esperimento di Heider e Simmel della lezione 76, dove solo il movimento evocava personalità attribuibili a figure geometriche prive di senso?).

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