domenica 22 settembre 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 49 – Come mai c’è una forte tendenza a entrare tardi nei mercati?



I dati di agosto confrontati con i risultati di un esperimento Il Sole 24 Ore di martedì 20 Agosto, con un articolo di Andrea Franceschi, ci mostra i flussi netti delle entrate/uscite dai fondi azionari europei rispetto ai flussi netti dei fondi obbligazionari. Il confronto tra tali flussi è molto interessante. Viene evidenziato in modo esatto quanto tempo ci sia voluto perché “con il contributo decisivo degli investitori europei ci sia stato, negli ultimi mesi, un saldo positivo a favore delle azioni rispetto alle obbligazioni. L’esame di tali saldi mostra che gli investitori retail sono entrati massicciamente quando ormai era già avvenuto molto del rialzo degli indici”.


 

Domanda: “Tale ritardo è dovuto a fattori emotivi, come il ricordo delle perdite del passato, ormai lontano, precedente cioè a tre anni fa, oppure anche ai modi <spontanei> di elaborare le informazioni?”

 

Con un semplicissimo esperimento si può dare una risposta a tale quesito. Basta misurare quante informazioni ci vogliono per sentirsi sicuri di una tendenza presente in una sequenza di dati. Si chiede a un campione di persone di valutare da quale di questi due contenitori, A e B, riempiti con diverse proporzioni di biglie di due colori, vengano estratte biglie che possono rivelarsi verdi oppure nere. La proporzione di biglie è diversa per A e per B.
 

Si sa per certo che le biglie sono estratte sempre da un unico contenitore. Non faccio però vedere da quale dei due le estraggo, e quindi non si sa quale sia il contenitore in questione.
 
 
 
 
 
Ora immaginate di vedere che la prima biglia estratta è una biglia verde. Ci sono 85% di probabilità che la prima biglia verde sia estratta da A, giacché in tale contenitore vi sono 15 biglie nere e 85 biglie verdi (ovviamente sono 15% le probabilità che sia stata estratta da B). Questa stima iniziale di probabilità è data dalla maggioranza delle persone interpellate. Il fatto che venga fornita la risposta esatta è un indice della comprensione della natura del problema e del quesito sottoposto.
 
Ma il bello vene all’estrazione della seconda biglia. Se è di nuovo verde quante sono le probabilità che venga anch’essa da A invece che da B? Secondo il teorema di Bayes sono 97%!
 
E alla terza biglia verde estratta? Sono più di 99% (0,995)!
 
E alla quarta? Di fatto la quarta estrazione di una biglia verde non fornisce quasi più informazioni: si passa da 0,995 a 0,999! E tuttavia se provate a chiedere alle persone dell’estrazione di quante biglie hanno bisogno per essere quasi certi, e cioè sicuri al 99% che le biglie siano estratte da A, ve ne richiederanno in media una sequenza di 6. Restano del tutto increduli quando dite loro che è sufficiente la metà: con solo tre estrazioni si arriva a più del 99%.
 
Morale: se provate a chiedere come cambia la probabilità a favore del contenitore A, via via che vengono estratte biglie verdi, il risultato è sorprendente. Le persone vogliono molte più biglie per essere cicure di quelle che statisticamente sarebbero sufficienti. Sembrano non fidarsi. Proprio come è successo con i flussi di entrate nei fondi azionari europei e di uscita da quelli obbligazionari.
 
Morale: le persone hanno bisogno di più di quanti sarebbero “in teoria” necessari. Questi risultati mostrano un’inerzia che corrisponde all’analogo ritardo riscontrabile nello sfruttare un trend di mercato. C’è quindi un meccanismo cognitivo di base che funziona in modo inconsapevole.
 
E poi, a tale meccanismo di base, possono aggiungersi, rinforzandolo, processi di altra natura, come ad esempio la paura di non entrare al momento giusto.
 
E’ delle nostre paure che bisognerebbe avere paura. Quanto più una decisione è importante, tanto più vogliamo essere sicuri, quanto più vogliamo essere sicuri, tanto più vogliamo essere prudenti. E la prudenza si traduce in maggiore inerzia decisionale, che ci frena nel timing.

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