domenica 1 luglio 2012

ERRORI DA EVITARE: perché compriamo azioni quando i prezzi sono alti?


Comprare azioni quando i prezzi sono alle stelle è un vero e proprio classico errore degli investitori che rivela un insito pregiudizio nei confronti dei movimenti di mercato.
Pensiamo ad un aumento dei prezzi delle abitazioni pari a 10% per tre anni di seguito. Sarà così anche per l’anno successivo?  Pensiamo ora ad un incremento del valore delle case di un ben più misero 2% l’anno per tre anni consecutivi. E’ altrettanto probabile che alla fine dell’anno in corso si registrerà un movimento dei prezzi del 10?
E’ piuttosto normale che gli investitori pensino il futuro come una prosecuzione del recente passato associando a questa visione una probabilità che ciò avvenga molto più alta di quanto sia realistico pensare. Questo atteggiamento mentale deriverebbe dalla mancata comprensione del fatto che quando un fenomeno casuale è stabile è indispensabile osservarlo per un lungo periodo di tempo per ottenere un quadro di riferimento che dia una distribuzione di probabilità attendibile.
Una conseguenza è quella di dare maggior peso alle informazioni più recenti da cui ne deriva una distorsione delle attese di rendimento degli investimenti. I singoli investitori infatti assumono atteggiamenti di maggiore ottimismo quando i mercati sono improntati al rialzo e di maggiore pessimismo quando sono in una fase ciclica di ribasso.
La comprova di questo fenomeno venne da uno studio di De Bondt a mezzo di un’indagine settimanale realizzata fra il 1987 e il 1992 atta a valutare le previsioni degli investitori. I risultati dimostrarono che le previsioni sul futuro andamento dell’indice Dow Jones per i sei mesi successivi erano collegate direttamente alla performance dell’indice realizzata la settimana immediatamente precedente. La conclusione dunque fu che la direzione degli investitori dipende dall’andamento recente della tendenza di mercato.
Analogo riscontro ebbe uno studio dell’istituto Gallup che dimostrò la tendenza al ribasso da parte dei risparmiatori americani nel triennio 1999-2002 conformemente all’andamento negativo del mercato.
Il pregiudizio dei movimenti di mercato ha pertanto origine nell’ignoranza delle elementari leggi della probabilità associata a una carenza di informazioni sui rendimenti storici. Aumenti del 20% nei prezzi degli immobili o del 40% nel mercato azionario sono fenomeni estremi molto meno probabili rispetto a variazioni più coerenti con le medie storiche e scommettere su di essi equivale a scommettere su una nevicata a Parigi in ottobre (cosa poco probabile) solo perché luglio, agosto e settembre sono stati mesi più freddi del solito.
L’antidoto a questo errore non è solo quello di dotarsi di programmi informatici in grado di elaborare le serie storiche ed effettuare analisi di momentum all’interno di valutazioni di tipo macroeconomico (dispendiose tanto sotto il profilo economico quanto per il tempo e l’energia da dedicare a ciò) ma quello di mantenere coerenza con il programma di investimento elaborato insieme al vostro consulente che avrà certamente previsto innanzitutto la minimizzazione degli errori derivanti da un ingresso fallace nei mercati e, cosa altrettanto importante, un sistema di monitoraggio che eviti fenomeni di eccessiva sovraesposizione (o sottoesposizione) ai mercati in presenza di situazioni di crescita (o depressione) palesemente lontani dalle medie storiche.

Nessun commento:

Posta un commento