ANNO D’ORO PER L’AZIONARIO, SINORA
Due terzi dell’anno se ne
sono andati e il bilancio è decisamente positivo: i mercati azionari con
performance a due cifre costituiscono il 40% del nostro paniere con Hong Kong a
svettare dall’alto del suo +27% e poco sotto il 20% si posizionano le borse del
Brasile, dell’India e il Nasdaq. Poco sopra il 10% troviamo l’indice domestico,
il FT-SE Mib con un rialzo del 13,64% e l’indice S&P 500 statunitense.
Il grafico sottostante ci
offre uno spaccato del consuntivo degli ultimi due mesi.
Quasi la metà degli indici si
posiziona tra il +3 ed il +10% e unica piazza in negativo, alla fine di agosto,
quella moscovita.
Inizia così l’ultima parte
dell’anno all’insegna di una crescita globale soddisfacente, di un clima
assolutamente sereno sotto il profilo delle politiche monetarie (come ci è
stato appena confermato nel corso del meeting di Jackson Hole) il che farebbe
presupporre il mantenimento di un trend positivo da qui a capodanno. Può
essere, non abbiamo certo la presunzione di avere la sfera di cristallo, ma
purtroppo altri fattori possono condizionare l’andamento dei mercati, dalle tensioni
politiche interne agli Stati Uniti a quelle internazionali, alla stessa
relativa convenienza nel proseguire ad accumulare equity dato l’elevato
rapporto p/e.
Quello che è certo è che al
momento i mercati non sembrano temere correzioni o cambi di direzione. In
questi due mesi, tradizionalmente delicati per i mercati azionari, in effetti
la domanda è stata vivace, soprattutto sui mercati che dominano la classifica
(appena citati) ma a questi si è aggiunto un flusso di acquisti vivace anche
sulla borsa di Mosca che segna un +9% fra luglio e agosto, la Cina che segna un
+5,67% in questo bimestre e comunque tutte le borse del paniere - fra luglio e
agosto - hanno incrementato il loro
valore; le eccezioni sono costituite dalle borse di Tokyo e Francoforte, che
hanno ritoccato il lro livello del primo semestre dell’1,74% la prima e
dell’1,43% la seconda.
… MA L’OBBLIGAZIONARIO E’ STATO POI COSI’ MALE
??
A inizio anno i timori di una rialzo dei tassi
americani e un rallentamento delle facilitazioni monetarie da parte della BCE
erano al centro dell’attenzione e qualcosa si è visto, soprattutto sul versante
americano. La temuta fuga dall’obbligazionario però di fatto non c’è stata,
almeno sino ad ora: volatilità, sì fuga no. Lo dimostrano i tassi dei titoli
governativi alla fine di agosto.
In Francia il decennale è esattamente allo
stesso livello di inizio 2017; i corrispondenti titoli del Regno Unito e degli
Usa corrispondono agli investitori rendimenti inferiori, i primi del 20% ed i
secondi del 13%. Ciò significa che nonostante i possibili rialzi dei tassi e
gli effetti della Brexit gli investitori hanno incrementato le loro esposizioni
su questi titoli.
Per Italia e Germania il discorso è inverso. Da
inizio anno la maggiore pressione dei venditori sugli acquirenti è prevalsa e
in Italia i rendimenti sono saliti del 13% mentre in Germania – che però a
inizio 2017 aveva i tassi prossimi allo zero – i rendimenti del decennale sono
saliti dell’86%. In effetti sono semplicemente passati dallo 0,21% allo 0,39%.
Se pensiamo che i rendimenti sarebbero potuti
salire ben al di sopra di questi livelli, determinando pesanti perdite in conto
capitale in capo ai detentori di questi asset, possiamo a buona ragione
affermare che l’obbligazionario, se non è andato bene almeno non ha riservato
cattive sorprese.
EURO ÜBER ALLES
E’ talmente sotto gli occhi di tutti che
sembrerebbe addirittura superfluo parlarne. L’Euro quest’anno ha schiacciato
inesorabilmente tutte le altre valute.
Da inizio anno ha guadagnato il 12,80% sul
dollaro e il 7,50% sulla sterlina che sono le più importanti valute
occidentali. Ma anche guardando a oriente la situazione è simile: sullo yen
giapponese e sullo yuan cinese l’Euro si è apprezzato del 6,40% e del 6,60%
rispettivamente.
Un fattore indubbiamente positivo per quanto concerne
le nostre importazioni e un gradito buono-sconto per coloro che hanno trascorso
le vacanze all’estero, soprattutto negli Usa. Quello che non quadra, sino ad
ora, è l’effetto di maggiore difficoltà per le aziende esportatrici a penetrare
ulteriormente nei mercati esteri che fortunatamente non si fa ancora sentire.
Quanto possa durare il mantenimento delle esportazioni dai paesi Euro senza che
i paesi destinatari non adottino politiche di sostituzione delle nostre merci
(sempre più care) in favore di importazioni da paesi più convenienti nessuno
può saperlo ma da che mondo è mondo una valuta forte prima o poi risente di
questa forza con un calo delle esportazioni e proprio questo fattore potrebbe
mortificare l’attuale buon andamento dell’economia comunitaria.
Vediamo comunque nell’ultimo mese il raffronto
delle quattro principali valute mondiali rispetto all’euro e se ne può
ragionevolmente ricavare che la forza dimostrata nei mesi precedenti si è
attenuata. Per quanto riguarda il bimestre estivo l’Euro si è rafforzato
soprattutto sulla sterlina inglese e sul dollaro americano (+4,40% e + 3,80%
rispettivamente) mentre l’apprezzamento sullo yuan cinese si è molto attenuato
rispetto ai mesi precedenti (+0,50%). Infine, nei confronti dello yen, l’Euro
ha aumentato il proprio valore dell’1,85% tra luglio e agosto.
Vale la pena di sottolineare, data la forte
volatilità nei confronti dello yen, che l’apprezzamento dell’Euro sullo yen, se
andassimo a considerare il suo valore di cambio più favorevole in questi otto
mesi, sarebbe di oltre il 12%. Tutto ciò ci induce considerare più che
possibile una accentuata volatilità sui cambi non appena si manifestassero
politiche economiche divergenti da parte delle rispettive banche centrali in
tema di tassi di interesse.
NUOVE IMPOSTAZIONI DEL POST
Avendo ottenuto vari ed interessanti riscontri
sull’impostazione del post, in questi giorni di vacanze si è pensato di
riprogettarlo in modo diverso e, soprattutto, di adottare una diversa cadenza
di uscita. La filosofia di investimento che contraddistingue la redazione è
quella del medio periodo perciò, onde evitare eccessive sollecitazioni di breve
termine, si è deciso di adottare una cadenza quindicinale, almeno fino a fine
anno quando andremo anche a rivedere l’opportunità di conservare o sostituire
alcuni contenuti.
Non resta che ringraziare coloro che ci hanno
fatto pervenire i loro commenti che abbiamo trovato tutti interessanti e utili.
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