LA YELLEN “COLOMBA” RASSERENA I MERCATI
AZIONARI
Dopo alcune sedute
all’insegna delle vendite, i toni soft di Janet Yellen, potente responsabile
della Federal Reserve, che lasciano intendere una politica dei tassi di
interesse meno aggressiva nei prossimi mesi ha indotto
gli operatori ad un maggior appetito al rischio.
gli operatori ad un maggior appetito al rischio.
Convinti che l’attuale
livello dei tassi possa essere mantenuto immutato nei prossimi mesi gli
operatori sono rientrati velocemente sull’azionario innescando rialzi diffusi
tanto che alla fine della settimana nessuno degli indici da noi osservati ha
chiuso con il segno negativo. Anzi, alcuni mercati hanno avuto performance più
che apprezzabili, come il Brasile, la Russia e Hong Kong, tutte e tre sopra il 4% e con gli indici indiani e
quelli statunitensi del Nasdaq e dello
S&P 500 all’ennesimo record assoluto.
Assodato che prima o poi la
politica degli stimoli monetari finirà, lo slittamento in avanti che si sta
verificando lascia aperti spazi per ulteriori
margini di profitto ed è ciò a cui abbiamo assistito. La macchina
economica americana rallenta? Bene, si congelano le manovre di rientro e ci si
tuffa negli acquisti di asset volatili,
in assenza ovviamente di volatilità e il
gioco è fatto. La prova più appariscente che sta funzionando? Andate a vedere
gli utili dichiarati dalle banche …
Fatto sta che dall’inizio
dell’anno i più importanti mercati azionari hanno avuto delle performance
decisamente apprezzabili, come dimostrato dal grafico successivo.
India e Hong Kong intorno al 20%, il Nasdaq
oltre il 17%, altre quattro borse oltre o poco sotto il 10%, le rimanenti tra
il 5 ed il 9%; sotto il 5% troviamo solo la borsa di Shangai e quella
londinese. Il segno negativo caratterizza unicamente la borsa moscovita che però,
con il suo +5% della settimana scorsa, riduce il passivo da inizio anno a
-9,40%; su di essa grava il peso della sua dipendenza dalle amare vicende delle
società petrolifere.
Quanto durerà ancora? Nessuno è in grado di
dirlo ma l’attuale livello sembra propedeutico a correzioni, non fosse altro in
funzione di un salutare consolidamento nell’auspicio che le manovre delle
banche centrali diano gli effetti sperati. Nel caso in cui ciò non avvenisse la
possibilità di una correzione importante non sarebbe ipotesi peregrina.
Rammentiamo che nei mesi estivi abbiamo spesso registrato in passato volatilità
accentuate.
… E PARZIALMENTE QUELLI OBBLIGAZIONARI
Per le stesse ragioni anche il mercato
obbligazionario in settimana ha registrato un allentamento della pressione,
eccezion fatta per il bund tedesco che ha visto ritoccare all’insù i
rendimenti, ora pari allo 0,59%. Mi chiedo se non stiamo assistendo ad un
tentativo di trovare un diverso equilibrio, almeno in Europa, in previsione della
fine del quantitative easing; fine certa ma dalla scadenza incerta e
conseguenze non propriamente paradisiache per i detentori di titoli di credito.
In altre parole, quando l’aria cambierà i detentori di obbligazioni dovranno
assistere alla conseguente riduzione del valore dei loro asset. Immagino che
gli operatori professionali si rivelino
più veloci e anticipatori di questo fenomeno, per cui …
Per la cronaca, il btp si attesta al 2,29% di
rendimento annuo, la Francia allo 0,86% e la Gran Bretagna all’1,31%. Negli Usa
il rendimento del bond decennale è stato al 2,32% in fine di seduta
settimanale. Il rialzo dei rendimenti tedeschi e la (legera) riduzione di
quelli italiano ha ristretto lo spread a 170,10 bp contro i 176,40 della
settimana precedente.
SETTIMANA DI ULTERIORI RAFFORZAMENTI PER L’EURO
La tendenziale flessione dell’inflazione in
America ha accentuato la debolezza del dollaro che ora è fissato a 1,15 sull’euro,
massimo livello da inizio anno. L’euro si mantiene forte anche sullo yuan
cinese, che a fine settimana era scambiato a 7,75 a sua volta ai minimi del
2017 contro la moneta comunitaria.
Stabile da settimane la sterlina inglese, si
ferma per il momento la caduta dello yen a 129,03 contro euro; resta il fatto
che la moneta giapponese in tre mesi si è svalutata del 12% contro l’euro, una
percentuale decisamente insolita. Vedremo nei prossimi mesi l’effetto sulla
bilancia commerciale nipponica che in altre circostanze e in altri tempi
avrebbe innescato un flusso di importazione decisamente sensibile.
VACANZE
Con questo numero si chiude temporaneamente la
serie di queste pubblicazioni che riprenderanno dal mese di settembre. Mi
auguro che queste informazioni siano state apprezzate e siano state di qualche
utilità; mi auguro che qualcuno dei lettori abbia dei suggerimenti utili per
migliorarle per poter offrire una migliore fruibilità ai lettori.
Grazie e buone vacanze a tutti.
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