I TIMORI DI UN IMMINENTE TAPERING SCUOTONO I
MERCATI
E’ talmente ovvio che prima o poi si debba
rientrare in un alveo di normalità, relativamente alle facilitazioni monetarie
che hanno contraddistinto la politica economica delle maggiori banche centrali,
che tale eventualità sarebbe considerata
del tutto normale da un qualsiasi
comune risparmiatore. Nel pensarlo, la logica starebbe infatti dalla sua parte;
l’enorme indebitamento pubblico avrà un costo, i benefici non li ha
materialmente percepiti e, anzi, la componente obbligazionaria del suo
portafoglio non gli da alcuna soddisfazione. Dunque …
Non è così per gli operatori che in settimana,
interpretando le parole di Draghi nel senso che sia giunta l’ora di fare
retromarcia sulle facilitazioni, hanno immediatamente reagito prendendo
profitto sulle loro posizioni generando di colpo un’impennata della volatilità.
Il grafico della settimana dei mercati azionari
è assolutamente inequivocabile. Solamente quattro indici chiudono la settimana
in area positiva e non sono certo quelli trainanti; Brasile e Russia unitamente
alle due piazze cinesi, Shangai e Hong Kong. Tutti gli altri indici sono
risultati in caduta e questa è stata piuttosto accentuata sui listini europei
con Germania, Francia e l’Eurostoxx 50 in area -3%. Negli Stati Uniti il Nasdaq
ha seguito la stessa strada con un ribasso del 2% anche in funzione della maxi
multa dell’Unione Europea a Google.
In effetti giugno non è stato un gran mese per
il mercato dell’equity, come possiamo vedere dal grafico successivo, in cui si
evidenziano positive le sole borse di Shangai e San Paolo. Tutti i rimanenti
indici chiudono il mese in area negativa e oltre il -3% ci stanno i principali
mercati europei e la Russia.
Nonostante ciò, i primi sei mesi dell’anno
hanno abbondantemente ripagato gli investitori che però ora devono prestare
attenzione per capire se si tratta di una contenuta correzione temporanea o se
la speculazione non ne approfitti - fra luglio e agosto - spingendo all’ingiù i
listini per ricavarne ulteriori profitti giocando al ribasso. Dopo molti mesi
di bassa volatilità e linearità del trend l’incertezza si è riaffacciata, come
spesso accade alla vigilia delle vacanze estive.
Vediamo dunque il consuntivo degli investimenti
nei principali indici azionari da inizio anno:
COME HA REAGITO IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO
Anche i titoli obbligazionari hanno risentito
di questo cambio d’umore. La settimana scorsa ci eravamo lasciati nel bel mezzo
di un’onda propizia ai possessori di bond che vedevano crescere il valore
corrente dei titoli governativi grazie alla forte domanda ma in settimana
l’aria è cambiata.
Il bund decennale tedesco ha quasi raddoppiato
i rendimenti passando dallo 0,25 allo 0,47% e analoga sorte è toccata agli
altri decennali europei del nostro paniere, anche se in misura più contenuta.
Il nostro btp è risalito al 2,16% dall’1,91%, mentre in Francia si è passati
dallo 0,60% allo 0,82% e in Gran Bretagna il decennale che se stava adagiato su
una redditività dell’1% dalla fine di maggio è schizzato a sua volta all’1,26%.
In Usa le reazioni sui titoli governativi sono
risultate molto più composte con un rialzo di soli 16 centesimi, lo stesso
rendimento che avevano alla fine di aprile.
Per quanto concerne lo spread fra btp e bund,
variando i rendimenti nella stessa direzione, questo risulta sostanzialmente
stabile a 168,10 bp.
L’EURO RIPRENDE LA SUA CORSA
L’allontanamento dalle derive populistiche e
contrarie all’unione europea ha innescato una inattesa domanda di euro tale da riportarlo,
nei confronti del dollaro, sui livelli di inizio 2015 che costituiscono anche
il livello superiore del trading range in corso da allora.
E’ possibile vedere come il rapporto
euro-dollaro da inizio anno, inizialmente imbrigliato in una stretta banda fra
1,05 e 1,08, abbia preso una piega a favore
della valuta europea da inizio maggio; a breve sapremo se l’attacco al livello
di 1,15 porterà a un cedimento di questa importante resistenza e a un eventuale
ulteriore rafforzamento dell’euro.
La stessa sorte (rafforzamento dell’euro) è
toccata anche alle altre valute asiatiche del nostro osservatorio (Yen e Yuan)
mentre si mantiene statico il livello del cambio fra euro e sterlina inglese
nel mese di giugno, come potete vedere dal grafico successivo.
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