In questa settimana potrò, dopo un lungo
periodo, incontrare di persona alcuni dei miei lettori. La serie di incontri si
chiama Fill the Gap, che potremmo tradurre in italiano come “colmare il
divario”, “riempire la lacuna”, e altre espressioni analoghe.
Ricordo che, quando studiavo la nozione probabilità
ingenua (nozione molto importante per capire l’incertezza e, quindi, la diversificazione),
frequentavo le scuole elementari inglesi. Gli insegnanti erano soliti dare ai
bambini esercizi di questo tipo:
Shakespeare was alive during the late ___________ , which in England is referred to as the ___________ Era. This Era is named after Queen ___________ I, who was Britain's first female monarch. (Shakespeare ha vissuto nel tardo Cinquecento, in Inghilterra chiamata l’età elisabettiana, da Elisabetta I, la prima femmina monarca).
La figura riportata a fianco
corrisponde alla mia interpretazione del tema FILL_THE GAP in relazione ai
nostri futuri incontri.
Il compito dei bambini era “fill the gap”, cioè
riempire in modo corretto gli spazi liberi nei rettangoli vuoti (l’esercizio si
chiamava proprio così!). La figura sopra riportata corrisponde alla mia
interpretazione del tema in relazione ai nostri futuri incontri.
Che cosa ci mostra la figura? Una fanciulla che tiene in mano una cornice. E’ una sorta di cornice magica. Essa non ci fa vedere il corpo della fanciulla che regge la cornice, bensì direttamente lo sfondo, il prato e il bosco dietro di lei.
Fuor di metafora, possiamo dire che per molto tempo i risparmiatori italiani si sono concentrati sulla visione del corpo della fanciulla. La loro visione era “incorniciata”, e si sono limitati a guardare solo quello che c’era dentro la cornice (risparmi concentrati su poche opzioni). Oggi invece, i nuovi scenari ci mettono in condizione di vedere lo sfondo più ampio, all’interno del quale è collocata la fanciulla (e quindi differenziare gli investimenti in molti modi, come molte sono le erbe del prato e le foglie del bosco).
Che cosa c’era dentro la cornice, che cosa attirava il nostro sguardo e lo seduceva, polarizzandolo al centro:
Ø troppi immobili che attiravano la nostra attenzione
perché ci avevano soddisfatto in passato;
Ø troppi investimenti legati al nostro paese e al
destino dell’euro, perché questo è il mondo che frequentiamo;
Ø solo l’8% di titoli collegati ai paesi in crescita, e
non al nostro paese.
Ho già più volte ricordato i motivi per cui
l’incantesimo del risparmiatore ci fa concentrare su ciò che è noto, vicino,
conosciuto e garantito dall’esperienza passata. Sbarazziamoci delle cornici del
passato. Se volete “fill the gap” per reclutare nuovi clienti, questi sono i
vuoti da colmare, i punti cruciali con cui attirarli:
Caro cliente, affida a un esperto i tuoi risparmi, che
sono troppo sbilanciati a favore di “___________ “. Finalmente ci si è accorti
che gli “____________“non sono più un buon investimento e che, purtroppo, la
maggior parte dei nostri investimenti del passato è legato ai destini dell’
“___________“.
Questo semplice esercizio riesce a rompere
l’incantesimo del passato, l’inerzia, la fiducia cieca nelle cornici, ignorando
il quadro complessivo, lo sfondo. Spesso non lo ignoriamo, non lo vediamo
neppure, quasi avessimo un para-occhi. Lo sfondo, nel nostro caso, è un
portafoglio ben bilanciato, che rappresenta la crescita economica a livello
globale.
Alla fine di dicembre (Sole24Ore, 24-12, Finanza e
Mercati, p. 23), Isabella Della Valle ha ben descritto questo nuovo scenario.
Uno scenario adatto per presentare gli scenari globali, abbandonando le vecchie
cornici.
Il vento ora soffia in poppa, per lo meno per i
vascelli dei consulenti, e ne gonfia le vele:
La consulenza sta diventando sempre più fondamentale e
sarà una leva molto importante che accompagnerà le scelte dei risparmiatori in
futuro … tanto più che l’altro tradizionale porto sicuro del risparmiatore
italiano, la casa, sta diventando un investimento non solo sempre più oneroso,
ma anche rischioso per l’oscillazione dei prezzi … insomma le ragioni perché la
crescita continui non mancano…
Per la prima volta si è squarciato il velo che
premiava l’investimento immobiliare, il grande concorrente di un tempo per chi
raccoglieva risparmi, tradizionalmente attirati dalla casa, intesa come “ancora
di salvezza”. Eppure le previsioni di Nomisma ci parlano di un timido rimbalzo
solo nel 2017, dopo anni di forti ribassi (Corriere della Sera, 22-12-2014, p.
35). E’ insomma diventato un investimento rischioso.
Questo disvelamento dell’incantesimo è avvenuto per
ragioni obiettive (eccesso d’immobili rispetto alla domanda in molte località
italiane, tasse crescenti, pochi figli, generazioni che rimandano la vita
“familiare”, redditi precari e deboli). Inoltre, per la prima volta da decenni,
la magia distorcente dell’inflazione è venuta a mancare. Con una moneta
stabile, come abbiamo in questi tempi di quasi deflazione, i movimenti dei
prezzi relativi si vedono con chiarezza. Di conseguenza l’investimento
immobiliare appare per la prima volta dal dopoguerra penalizzato, pur
continuando ad avere il vantaggio psicologico consistente nel fatto che il
risparmio-casa ci lascia l’animo in pace. Esso attiva una valutazione a lungo
termine, dato che si conosce il valore di un immobile solo quando lo si compra
e lo si vende e, spesso, c’è un lungo intervallo tra questi due momenti. Nel
frattempo lo si intuisce, o lo si magnifica (cfr. Alberto Mingardi, Domenica del
Sole24Ore, 28.12.2014, p. 27). Con l’inflazione non si possono fare bene i
conti perché il movimento dei prezzi relativi è confuso dentro una generale
tendenza all’aumento del livello generale dei prezzi (così come aveva ben
spiegato il banchiere Mattioli al segretario del PCI Palmiro Togliatti in una
mirabile lettera del 1947). Di qui il fascino degli immobili. Eppure
ricordiamoci: la stessa valutazione a lungo termine e il medesimo stato d’animo
tranquillo lo possiamo ottenere affidandoci a un consulente, che in compenso
costruirà un portafoglio meno s-bilanciato.
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