martedì 6 maggio 2014

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 81 – Essere fiduciosi paga sui tempi lunghi



Abbiamo parlato nella lezione 77 in merito al principio del rispetto/sospetto nei confronti degli altri. Tale principio non deve però esimerci, in prima battuta, quando incontriamo uno sconosciuto, dall’attivare una spontanea fiducia.

Inizialmente non possiamo sapere se questa fiducia è ben riposta, ma non importa. Quando incontrate una persona per la prima volta, avere fiducia non solo è spontaneo, se siete stati bene educati, ma è anche razionale e conveniente. Sui tempi lunghi essere buoni e fiduciosi, in media, paga.

Se, infatti, non avete fiducia, attivate sfiducia anche nell’altro, e l’interazione si blocca facendovi correre il rischio di perdere molte buone occasioni.

E’ vero che qualche volte la fiducia iniziale verrà delusa, anche profondamente, ma questo capita meno spesso di tutte le volte in cui la fiducia è ben riposta e prelude la nascita di qualcosa di buono. Le occasioni mancate, dovute alla partenza con una sfiducia “aprioristica”, sono molto di più dei casi di delusione, quelli cioè in cui vi accorgete che la vostra fiducia iniziale è stata mal concessa.

Molti esperimenti provano questo punto e la morale è che bisogna accettare i raggiri e le cattiverie, pur di non perdere le buone occasioni. Siamo frenati dall’adottare questa strategia generosa a causa della nostra innata avversione alle perdite. 

E tuttavia è bene superarla, farci coraggio, e affrontare la vita a viso aperto. E, infine, le stesse delusioni e insuccessi ci insegnano molto, se non altro a evitarli più facilmente.

La distorsione della negatività si manifesta anche nell’uso del “non”, che Peter Wason m’insegnò quando ero a Londra con un bell’esperimento. State attenti quando sentite dire cose come “La persona X non è Y”. La negazione viene sempre usata, per lo più inconsapevolmente, per negare una presupposizione: a qualcuno è venuto in mente che X fosse Y, e si affretta a negarlo. In questo caso siate sospettosi. Se la persona X non aveva intenzione di comportarsi nel modo Y, o fare l’azione Y non c’era alcun bisogno di negarlo (cfr. in rete, Wason: In real life negatives are false). 

Per esempio: gli ultimi quattro governi italiani hanno dichiarato inizialmente che “non avrebbero alzato le tasse”. Hanno sentito il bisogno di dichiararlo perché molti lo supponevano, o lo temevano. E, in effetti, è successo, anche nel 2014, sotto forma di primo decreto in assoluto del nuovo governo.  


Più in generale, durante la vita di lavoro e non, l’entusiasmo e la bontà, anche se saranno inframmezzati da delusioni e defezioni, sono comportamenti razionali, perché evitano una minuziosa analisi costi/benefici per ogni vostra attività, magari appena iniziata. Se avete una prospettiva lunga, evitate di perdere le occasioni, e sono molte, in cui i benefici arriveranno in seguito. E comunque tale strategia è razionale, anche perché la vostra reputazione se ne avvantaggia. In un mondo sempre più competitivo e meno ricco di altruisti, la bontà diventa merce sempre rara, e proprio per questo utile. Le occasioni perse dagli altri, da parte cioè di quelli privi “a priori” di fiducia, diventano sempre di più, ed è saggio approfittarne.

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