L’equilibrio
tra l’ottimismo, che deriva dal credere di avere il mondo sotto controllo, e
l’eccesso di fiducia è un equilibrio delicato.
Sui mercati economico-finanziari
quello che può sembrare normale a una generazione che ha operato all’interno di
un particolare tipo di scenari può poi rivelarsi non così normale a una
generazione successiva. Molti oggi sono preoccupati dei futuri comportamenti
della “leva” più giovane di operatori negli Stati Uniti. Il trading è una
professione praticata in tutto il mondo per lo più dai giovani.
Non si era mai
dato in precedenza che un terzo degli operatori, quelli più giovani, avesse
sempre preso decisioni avendo familiarità soltanto con scenari di tassi quasi a
zero. Per loro questa situazione può sembrare quasi normale, in una prospettiva
storica più ampia è però eccezionale. Questo stato di cose è illustrato in modo
chiaro da questo grafico elaborato dalla Federal Reserve.
Che cosa succederà quando questo
stato di cose artificiale - creato dalle decisioni delle banche centrali -
verrà gradualmente a mancare con il rialzo dei tassi a livelli che sono
“storicamente” normali? Alcuni proveranno rammarico per non aver tenuto conto
di questo intreccio tra periodi storici “speciali” (recessione) e il concetto
di normale/eccezionale? Alcuni proveranno rammarico per non aver agito? Oppure
per aver agito troppo presto? A queste domande dedicheremo la prossima lezione.
Per ora osserviamo che c’è un fenomeno complementare a questo, sempre connesso
all’età. Il terzo degli operatori meno giovani ha alle spalle un passato più
lungo ed ha avuto esperienza di tassi più alti. Si rende quindi conto che
questa situazione è eccezionale e si aspetta che si ritorni alla normalità. E
tuttavia molti operatori, a furia di aspettare, si sono comportati in modo
impaziente ed hanno anticipato il ritorno alla normalità, come abbiamo già
visto e rivedremo nella prossima lezione. In entrambi i casi, quello degli
operatori più giovani e quello degli operatori “maturi”, si ha la tentazione di
confondere la “normalità storica” con quello di cui un operatore ha avuto
esperienza. Certo, verrà la stagione dei rialzi, ma non così presto come si
aspettavano gli operatori con più esperienza, che si rendevano conto
dell’eccezionalità della situazione e quindi si aspettavano che terminasse
quanto prima. Il mercato finora ha deluso le loro aspettative.
L’analisi precedente sull’età degli
operatori e l’eccezionalità della situazione apre a un’altra questione: quanto
è eccezionale lo scenario in cui ci troviamo? Per un operatore che abbia
cominciato a lavorare a venti anni a Wall Street nel 1990, e che quindi oggi
abbia 45 anni (solo il 10% degli operatori lavora avendo alle spalle
un’esperienza così lunga), il “rally”, cioè la corsa attuale dello S&P 500,
non è poi così eccezionale. E’ la terza in graduatoria, sia per durata che per
crescita dei rendimenti: prosegue da 1,350 giorni con un “ritorno”, cioè
rendimento, del 91% senza che ci sia mai stata in questo periodo una correzione
del 10% o più.
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La figura
mostra il numero dei giorni e l’incremento dello S&P 500 in fasi del
mercato prive di una correzione del 10% o più (Fonte: RBC Capital Markets).
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Un operatore “maturo”, o meglio uno
studioso, che abbia memoria dei periodi precedenti, a partire dalla recessione
del 1969, sa che, per ora, non ci sono gli indicatori di una imminente
recessione e che siamo ancora, almeno negli Stati Uniti, in territorio di
“espansione economica”. Nessuno dei sei classici indicatori è in territorio
negativo: curva dei tassi, ordini alle aziende, informazioni sui trend,
utilizzazione della capacità produttiva, case in costruzione e ore di lavoro
sono in territorio positivo.
Lo si vede dalla figura elaborata su
dati NBER.
In particolare è motivo di ottimismo
l’indice che mostra il graduale miglioramento delle nuove case in costruzione.
Si tratta di un segnale non solo indicativo di un migliore stato di salute
dell’economia statunitense, ma anche di concreto ottimismo delle famiglie.
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Fonte: Ministero delle costruzioni: indice delle costruzioni di nuove case,
depurato dalla volatilità
per le condizioni metereologiche eccezionali (freddo).
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I dati discussi in questa lezione
permettono una considerazione più generale: non è vero che i meccanismi mentali
studiati dalla finanza comportamentale riguardino solo i modi di pensare dei
clienti “inesperti” o “disinteressati”. Gli stessi operatori sono influenzati
dalle loro esperienze personali, dalle loro aspettative, dalle loro “paure
anticipatorie” e tengono conto di quello che è loro successo in passato. Ancora
più in generale, questo intreccio di emozioni e cognizioni mostra che anche per
molti operatori esperti non vale la legge dei “costi sommersi”. Questo
principio basilare dell’economia viene di fatto violato continuamente.
Il passato non è ininfluente nelle
decisioni, anche quando è immodificabile (e quindi “sommerso”), ma innesca
diverse scelte nel presente. In conclusione, il passato spesso non è quello
delle statistiche calcolate sui tempi lunghi, ma quello che è depositato nelle
memorie dei vari operatori.
Questo è particolarmente vero in
tempi come questi, dove assistiamo a diversi “punti di svolta”.
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