Ricordate
quando parlavo di “paure anticipatorie”, quelle che hanno condotto molti ad
anticipare la risalita dei tassi, il mitico punto di svolta che i più, a forza
di aspettarselo, hanno pensato che capitasse prima di quanto poi non sia
capitato. Siamo finalmente giunti al mitico punto di svolta? Chissà!
Alla fine di aprile il
celebre Bill Gross, che per anni ha gestito il più grande fondo obbligazionario
del mondo, ha creduto di vedere nella prima timida svolta del Bund decennale il
tanto atteso “punto di svolta”.
Il grafico mostra che c’erano già stati, per
esempio in marzo, dei piccoli picchi transitori, opposti alla tendenza generale
(e da tempo consolidata) di calo del rendimento del Bund decennale. E tuttavia,
forse, solo a fine aprile è giunto il momento di venderlo, la cosiddetta
occasione di vendita di una vita (“short of a lifetime” questa l’espressione di
Bill Gross riportata nel grafico). Ora sembra che quello fosse proprio il punto
di svolta. Ma lo sembra, beninteso, con gli occhi del senno di poi.
Ricordiamoci di quante anticipazioni c’erano già state, e tutte poi smentite
dai fatti. Il meccanismo psicologico del “senno di poi” fa parte di
quegli strumenti che ci permettono di capire “come stanno veramente le cose”
non “come sembrano che stiano”, illudendoci di essere stati presaghi e di avere
tutto “sotto il nostro controllo cognitivo”. La presunzione e la superbia sono
le vere nemiche di una corretta diversificazione (e sono anche i maggiori
ostacoli per non accettare i limiti del pensiero umano, quelli illustrati dai
miei “6 esercizi facili per allenare la mente”, pubblicati all’inizio di
aprile).![]() |
Fonte: elaborazione
Bloomberg su tassi 2015 del Bund decennale.
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Avevo terminato la lezione
precedente, la settima di quello che sarà il nostro decalogo completo su
“paure, consulenze e mercati” dicendo che, una volta che si è capito
“veramente” come stanno le cose, la paura svanisce. Questo è vero non
solo delle paure collegate ai nostri risparmi ma, più in generale, dei numerosi
tipi di paure innescate dall’ignoranza.
L’ignoranza genera sia
“false paure” che “false speranze”. Scrive Armando Massarenti (Sole24Ore, 5
aprile 2015, p. 27):
“Il problema è che le false certezze possono fare
danni enormi … finiscono così per diffondere false paure (la mucca pazza,
l’influenza suina, il terrore per gli attentati) e false speranze (avere una
casa favolosa indebitandosi con mutui super-convenienti, l’illusione che sta alla
base della crisi devastante del 2008) … una percezione così distorta dei rischi
ci spinge a fare scelte drammaticamente sbagliate …”
A mio avviso le “false
paure” sono di due tipi. Una è di tipo generico, legato agli stereotipi
correnti in una cultura, condivisi da tutti. Il prototipo nel Gattopardo è la
descrizione del funzionario piemontese che, appena arrivato, pensa che la
residenza sicula di campagna (Donnafugata) del Principe sia un luogo intriso di
pericoli sconosciuti:
“A cena mangiò bene per la prima volta da quando
aveva toccato le sponde sicule, e l’avvenenza delle ragazze, l’austerità di
padre Pirrone e le grandi maniere di don Fabrizio lo convinsero che il palazzo
di Donnafugata non era l’antro del bandito Capraro e che da esso sarebbe probabilmente
uscito vivo. Ciò che più lo consolò fu la presenza di Cavriaghi, che, come
apprese, abitava lì da dieci giorni ed aveva l’aria di star benissimo, ed anche
di essere grande amico di quel giovanottino Falconieri, amicizia questa fra un
siciliano e un lombardo che gli apparve miracolosa.” (Feltrinelli, 1958, p. 201).
In questo passo si spiega come il funzionario Chevalley di Monterzulo cambi idea di fronte all’evidenza. È molto importante cambiare idea di fronte all’evidenza, riuscendo così a sconfiggere la naturale inerzia del nostro pensiero. Questo suggerimento vale in particolare quando non è facile avere idee chiare e le previsioni dei più vengono poi smentite. È questo proprio quello che sta avvenendo di questi tempi sui mercati economico-finanziari. Sono stati costruiti molti indici che registrano il “livello di sorpresa”, cioè quanto le previsioni vengano smentite, in una qualsivoglia direzione esse fossero state fatte. Le cose possono andare meglio di quanto previsto, oppure possono andare peggio del previsto. Questo secondo tipo di sorpresa è appunto quella che caratterizza l’inizio del 2015, come risulta dalla figura allegata che indica il Bloomberg Surprise Index del 23 aprile 2015, quello che raccoglie il massimo numero delle previsioni degli operatori e mostra lo scarto tra la realtà e la media delle loro previsioni. Si noti che solo alla fine del 2008 il mondo è stato altrettanto sorprendente (in negativo). Forse la tanto attesa decisione della Fed sui tassi verrà rimandata a dopo l’estate.
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Fonte: Bloomberg Surprise
Index del 23 aprile 2015.
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Tornando
al Gattopardo, e al tema della paura, possiamo ricordare come, al contrario del
Principe, il cognato Màlvica, allo sbarco dei Piemontesi, scriva al Principe
che si sarebbe rifugiato con la famiglia sui “legni inglesi”, invitando il
Principe a fare altrettanto. Ecco il commento del Principe:
“Quel Màlvica! Era sempre stato un
coniglio. Non aveva compreso niente, e adesso tremava. E lasciava il palazzo in
balía dei servi; questa volta sì che lo avrebbe ritrovato vuoto!” (Feltrinelli, 1958, p. 62).
Quella di Màlvica è una “
falsa paura” incorreggibile, anche di fronte ai fatti, perché basata non su
previsioni falsificabili (come nel caso del Bund decennale), bensì su
presupposti infalsificabili (sviluppo questo punto nei capitoli 2 e 3 del mio
già citato “6 esercizi facili”, uscito da Cortina un mese fa). Siamo qui nel
campo ingannevole delle grandi illusioni, quelle relative agli investimenti, tipo
“il mattone non tradisce mai” (credenza che, spesso, in passato è stata resa
infalsificabile dal fatto che non si capiva in sostanza come funzionava
l’inflazione, rinforzando così la fiducia nella crescita perpetua del valore
“reale” degli immobili).
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